Concorso riqualificazione paesaggistica fiume Alento

Masterplan

Progetto  Concorso riqualificazione paesaggistica – ambientale – turistica – sportiva e ricreativa del fiume Alento 1° premio

Luogo Fiume Alento

Anno 2009

Tipologia Masterplan – Pianificazione Territoriale

L’approccio complessivo al fiume Alento si caratterizza come “progetto di consapevolezza” in cui gli aspetti della programmazione economica e quelli del paesaggio concorrono a sperimentare un modello di sviluppo territoriale multi settoriale fondato sul sistema ambientale costituito dal bacino idrografico. Natura e Paesaggio sono dorsale fondativa e costitutiva di un percorso di rivisitazione territoriale allacciato alle tradizioni residuali e ai modelli più moderni di sostenibilità sperimentabili nel contesto specifico. Molte fonti concordano nel sostenere come l’origine dell’etimo Cilento possa ricondursi al termine Cis Alentum (al di qua dell’Alento), attribuite dai Frati Benedettini alla popolazioni di questo territorio del quale il fiume Alento costituiva confine fisico. Il fiume, dunque, come luogo di frontiera, come del resto frequentemente è accaduto nella storia. Da questa vicenda etimologica trae spunto il nome dato alla presente proposta di lavoro: CISALUNTUM.

Il fiume torna ad essere protagonista, anche in epoca contemporanea: la necessità di porlo al centro di una strategia di sviluppo sostenibile ne chiede il richiamo diretto fin dalla nominazione della strategia stessa. E’ intorno alla riqualificazione fluviale dell’Alento, ambientale e paesaggistica, che si costruisce il modello di valorizzazione territoriale che qui si propone.

Con CISALENTUM si vuole deliberatamente portare il fiume, come segno fisico e matrice ambientale, al ruolo di segno ordinatore del territorio e presupposto per ogni iniziativa futura. Una sfida difficile, per un corso d’acqua occulto o dimenticato, là dove addirittura non più esistente. Un’azione di recupero e risanamento che assume la dimensione globale là dove richiamata anche dalle recenti Direttive comunitarie, ma che essenzialmente è atto dovuto per una terra anticamente di confine è oggi assetata di acqua per lo sviluppo (ottenuta grazie all’invaso), per l’autoriconoscimento e per la crescita socioeconomica.